Pascucci Riserva Bio, dall’agricoltore al consumatore
“La miscela di caffè ha origine dalla difficoltà e dalla povertà nel periodo del Dopoguerra, quando i torrefattori italiani avevano la necessità di gestire oculatamente le poche materie prime reperibili sul mercato. Se è vero che una speciale singola origine risulta perfetta e impeccabile quando trasformata con il sistema filtro, è altrettanto certo che con le tecniche di miscelazione di caffè ben selezionati e tostati, gli avventori possono ritrovare il gusto della propria tazza di espresso preferita costante nel tempo. In altri termini, la miscela equilibrata garantisce un espresso di qualità, sempre che, ovviamente, le materie prime siano di pregio e la lavorazione attenta e in grado di esaltare le componenti positive di ogni caffè. L’Italia è un microcosmo di modi diversi di approcciarsi all’espresso e i gusti cambiano moltissimo dal Nord al Sud, ma anche da persona a persona; è il torrefattore che in base alla sua esperienza e capacità di interpretare il risultato del prodotto finale, è in grado soddisfare o meno un ampio pubblico. Oggi la passione di Caffè Pascucci è la miscela Riserva Bio. Si tratta di una scelta importante, di un modo radicale di cambiare l’approccio al mondo del caffè, fatta non perché il mercato va in quella direzione o perché lì è il business di domani. È un nuovo modo di fare mercato e un nuovo modo di porsi guardando al futuro con occhi differenti. Dall’agricoltore al consumatore, ora c’è un filo diretto che passa per tutte le persone e le fasi operative della filiera; questo nuovo approccio al mercato fa sì che anche le imprese concorrenti non siano più tali, ma realtà con le quali si può collaborare, condividere progetti, contaminarsi e guardare avanti in modo positivo e costruttivo. Creata a cavallo tra il 2007 e il 2008 la miscela Riserva Bio si è, dapprima, presentata estremamente primitiva, con una forte componente acida e tutti i sentori selvaggi (come fava di cacao cruda nel caffè del Guatemala, pepe o cardamomo nell’India, noce melata di bosco e mora nell’Etiopia, malto d’orzo nel Colombia, caco nel Perù) sconosciuti nelle tazze convenzionali. Oggi ha trovato la sua stabilità, si è arricchita di note cioccolatose tanto amate dal pubblico italiano, mantenendo i sentori originali, percezioni organolettiche che solo singole origini coltivate in modo naturale possono esprimere. Gustandolo, l’acidità aromatica dei buoni Arabica lavati prevale un po’ su tutto; è un caffè dolce, delicatamente ruvido, dall’aroma freschissimo e dal retrogusto fondente. I suoi caffè naturali e lavati conferiscono note fruttate di albicocca, avocado e mandorle verdi.
- ORIGINI E VIRTÙ DI UN BLEND “SENZA CONFINI”
Si tratta di una miscela di caffè coltivati in regime di agricoltura biologica provenienti da differenti origini, alture e tipologie di pianta. Origini: Colombia della Sierra Nevada de Santa Marta, Etiopia del Sidamo, Guatemala della Chiquimula, India del Wayanad, Messico del Chiapas, Papua Nuova Guinea, Perù del Cajamarca. Lavorazione: raccolti e trattati con metodo naturale e lavato; miscelati e torrefatti per espresso Caffeina: 1,80% Tostatura: chiara Forza: leggero Sentori primari: frutta passita, albicocca, mandorla, pesca, miele, cacao, sciroppo d’acero, cioccolato fondente.” Grazie mille a Bargiornale per le bellissime parole spese nei nostri confronti e verso il tema del Biologico a cui teniamo moltissimo.